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ACCORINTI E I TIR: CRONACA DI UNA PROTESTA

"Ringrazio tutti i cittadini che ci sono stati vicini in queste ore. Ringrazio tutta la Giunta Comunale. I consiglieri comunali Ivana Risitano, Luigi Sturniolo, Nina Lo Presti, Daniele Zuccarello, Lucy Fenech che in questi giorni non hanno fatto mancare la loro presenza. Tutti i consiglieri circoscrizionali e in particolare la IV Circoscrizione e il suo presidente Francesco Palano Quero. Il Movimento Cambiamo Messina dal Basso. E' la nostra battaglia. E' la battaglia di tutti i cittadini messinesi e la porteremo avanti fino alla fine! Sono stato eletto anche per questo! Grazie".


Così scrive oggi, venerdì 25 luglio, nella sua pagina Facebook il primo cittadino di Messina, Renato Accorinti dopo aver annunciato che stamattina, alle ore 9:30, insieme alla Giunta Comunale, sarebbe tornato al Cavalcavia per bloccare i Tir, e invitava tutta la cittadinanza a San Raineri per "la nostra battaglia di libertà", dopo aver emesso ieri una nuova ordinanza con il carattere dell'urgenza. In seguito a due ricorsi, infatti, l'ordinanza era stata sospesa dal prefetto di Messina, Stefano Trotta.

“Il mio sogno è consegnare alle future generazioni una città senza Tir". - affermava il sindaco Accorinti nella conferenza stampa di ieri a Palazzo Zanca, comunicando che "tra pochi giorni l’approdo di Tremestieri sarà completo e si tratta di un altro passaggio importante per liberare Messina dai mezzi pesanti. Lavoriamo come sempre nell’interesse esclusivo della collettività e della popolazione per evitare incidenti e vittime nelle nostre strade".


Il primo cittadino ha iniziato la sua "battaglia di libertà" lo scorso lunedì 21 luglio, giorno d'inizio dell'applicazione della sua ordinanza contro i Tir, impedendo "fisicamente" il loro passaggio dal Cavalcavia e facendo elevare, dal corpo dei Vigili Urbani, delle multe per non aver rispettato la suddetta delibera che vietava il transito dei Tir, nelle ore diurne, nelle vie del centro che conducono al porto storico e al Molo Norimberga.

Battaglia che è proseguita il giorno seguente e annunciata sempre dalla sua pagina Facebook: "Anche stamattina sul cavalcavia! Abbiamo bisogno di tutti per questa importantissima battaglia. Rispetto per cittadini vince su prepotenza". E Accorinti torna in strada a condurre quella che definisce "la battaglia di tutte le battaglie", con un look uguale al giorno prima e che manterrà fino ad oggi: t-shirt rossa con scritta "Free Tibet", fascia tricolore, pantaloni di lino bianco e sandali francescani. Abbronzato e in ottima forma, con il fisico asciutto e allenato di chi è abituato a fare sport - non per niente è professore Isef - capello corto che fa pendant con la barba, grinta e energia da vendere, il sindaco più originale e mediàtico che Messina abbia mai avuto si è parato davanti ai Tir imponendo loro un Alt che, però, alcuni non hanno gradito, come l’Associazione degli Autotrasportatori A.I.A.S., e l'Impresa di Autotrasporti Galletta Giuseppe, i quali hanno presentato due ricorsi che hanno causato una battuta d'arresto nella giornata di giovedì 24 luglio.

Tanto è vero che ieri nella sua pagina si leggeva: "Stamattina niente blocco Tir. Causa ricorso siamo obbligati a sospendere momentaneamente la delibera. Siamo già al lavoro con dirigenti e avvocati. A fine mattinata aggiornamenti e novità. Chiedo a tutti i cittadini di non scoraggiarsi. É la lotta delle lotte e andremo fino in fondo!". Il sindaco rassicurava anche i messinesi (o una parte di essi) scrivendo: "Questa è la nostra battaglia! Sarò sempre al fianco dei miei cittadini! Forza Messina!", aggiungendo che la stampa nazionale si sta occupando del caso in questione "Stiamo ricevendo migliaia di messaggi e telefonate. Tutta l'Italia ci sta osservando, la Repubblica.it, il Corriere, Il Fatto Quotidiano, Il Manifesto, Radio 105 ecc.. Tutta l'Italia è con noi!".

Tuttavia ieri alcuni consiglieri, hanno denunciato ai microfoni dell'emittente locale R.t.p. il fatto che il sindaco Accorinti fosse già a conoscenza della sospensione della sua ordinanza contro i Tir e che sapesse da lunedì scorso, inizio della sua protesta al Cavalcavia, tramite un fax giunto al Comune, del ricorso presentato dall’Associazione degli Autotrasportatori A.I.A.S.. E in molti si sono chiesti: "A che pro questo blocco se l'ordinanza è stata sospesa?". E in molti si sono anche preoccupati delle possibili ripercussioni economiche che i suddetti ricorsi avrebbero potuto avere in un Comune quasi al dissesto, così come affermato sempre sia dal sindaco, sia dal vicesindaco, Guido Signorino.

Eppure, il sindaco ha continuato imperterrito la sua protesta sottolineando ai camionisti - così come documentato da vari video - che "Sono loro che sbagliano" riferendosi al Gruppo Franza che non aveva fatto rispettare la sua ordinanza. Affermazioni che hanno provocato gli armatori della Caronte&Tourist che hanno diffuso il seguente comunicato:

"Parrebbe, dalle più recenti dichiarazioni del Sindaco e da talune ricostruzioni mediatiche, che - a tacer d’altro - tra le responsabilità della Cartour vi sia anche l’aver provocato la concitazione che in queste ore interessa le aree limitrofe al Molo Norimberga omettendo di avvisare la propria clientela sulle inibizioni viarie decise dall’Amministrazione Comunale per i mezzi commerciali. In realtà, dopo la nota formalizzazione delle proposte già formulate al tavolo del Comune, tese ad attenuare, se non addirittura a neutralizzare, l’impatto sull’ordinario traffico urbano dell’orario estivo della nave Salerno/Messina, il 1° luglio chiedevamo al Sindaco di rivedere le proprie posizioni - allora ancora solo enunciate - e alle altre Istituzioni interessate al problema (Prefetto, Comandante del Porto, Presidente dell’Autorità Portuale) di attivare un canale di mediazione. Il 18 luglio, poi, nelle ore immediatamente successive all’emanazione dell’ordinanza 428/2014, segnalavamo al dirigente del Dipartimento Mobilità Urbana e Viabilità gli elementi di palese illegittimità dell’atto, sollecitando nel contempo - evidentemente senza riscontro - l’adozione di misure che consentissero quanto meno il deflusso dei mezzi pesanti provenienti da o diretti al Molo Norimberga. In contemporanea, tuttavia, apprendevamo del ricorso presentato dall’Associazione degli Autotrasportatori A.I.A.S.. I nostri legali ci informavano che l’art. 74 del d.P.R. n. 495/1992 prevede che la mera proposizione del ricorso sospenda l'esecuzione del provvedimento impugnato: per quanto ci riguardava, quindi, l’efficacia dell’ordinanza in questione era (e rimane) sospesa. Di cosa avremmo, di grazia, dovuto informare la clientela? Gli atti e comportamenti posti in essere in questi giorni per ostacolare il passaggio dei mezzi commerciali potrebbero, infatti, essere giudicati privi di copertura normativa e contrari alla legge. Il fatto che la Polizia Municipale abbia deciso a partire dal 21 luglio di applicare ugualmente la sanzione amministrativa prevista in caso di violazione del divieto e che lo stesso Sindaco abbia deciso di opporsi “fisicamente” al transito dei Tir è questione che merita altro tipo di valutazione e diversa sede di trattazione". 

Mentre la Gazzetta del Sud riportava: "Tensione sul Cavalcavia, nel terzo giorno dell'entrata in vigore dell'ordinanza sindacale che impone ai tir di non transitare dal ponte che dall'area di Maregrosso conduce alla via La Farina. Alcuni mezzi pesanti hanno forzato il posto di blocco. Una trentina le multe elevate dalla polizia municipale. Sul posto il sindaco Renato Accorinti e una rappresentanza di consiglieri comunali. Lo stesso primo cittadino ha bloccato i conducenti in palese violazione". 

Sempre nella giornata di ieri le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil di Messina, rappresentate rispettivamente dai segretari generali Lillo Oceano, Tonino Genovese e Carmelo Catania, pubblicavano la seguente nota: “Il contenzioso che sta nascendo sulla vicenda del transito dei tir nella nostra città, rischia di danneggiare la collettività e di far perdere di vista le soluzioni vere per liberare la città di Messina dalla servitù dell’attraversamento. Affrontare il tema del transito dei mezzi, e soprattutto dei tir, dal centro della città è tema annoso, sul quale si sono cimentati tutti circa i danni, gli interessi, le soluzioni. Bisogna riconoscere che l’ipotesi di impedire e basta, senza alcuna alternativa, il transito dei tir non era mai venuta in mente a nessuno. Con altrettanta franchezza bisogna dire che l’idea è, quantomeno, bislacca. Messina è per fatto naturale interfaccia siciliana per garantire la continuità territoriale tra la parte continentale del nostro paese e la nostra isola (peraltro la più grande del Mediterraneo e con oltre 5 milioni di abitanti), pensare di impedire in questo punto il transito dei mezzi nella fascia oraria tra le 7 e le 21 all’autostrada del mare, vettore tra i meno inquinanti e che toglie molti tir e auto dall’autostrada Salerno - Reggio Calabria, costituisce il tentativo, come dimostrano anche gli argomenti e i toni usati dal Sindaco Accorinti, di condurre ideologicamente, a mo’ di crociata, una battaglia che non si sa o non si vuole condurre in altro modo. Il nodo vero, come sanno tutti coloro che conoscono il problema, è la realizzazione delle infrastrutture: se la città non ha il secondo porto decentrato e le strade per liberare il centro dal transito dei mezzi che attraversano lo Stretto, non è responsabilità né colpa dei mezzi pesanti e neppure degli armatori pubblici e privati. La responsabilità sta nel non aver realizzato quelle opere. E’ una responsabilità delle classi dirigenti che non hanno trovato le risorse necessarie e non hanno realizzato quelle opere. Oggi, però, la soluzione non può essere ricercata semplicisticamente nell’impedire il transito dei mezzi e neppure nell’isolare il territorio comunale nella fascia oraria che va dalle 7 alle 21. In questa vicenda non una sola parola, una manifestazione, una azione eclatante dell’Amministrazione per rivendicare, ottenere, accelerare la realizzazione del porto di Tremestieri e della via Don Blasco, che dovrebbero essere la priorità nelle politiche di sviluppo e nella richiesta di finanziamento delle opere pubbliche. O anche di soluzioni alternative e originali, se ve ne sono. Le classi dirigenti di oggi devono dimostrare di saper chiedere e ottenere quelle risorse, realizzare rapidamente quelle opere e gestire la fase transitoria individuando soluzioni temporanee condivise, provando magari a coinvolgere nella ricerca delle soluzioni le rappresentanze sociali ed i soggetti portatori di interessi diffusi, se non si vuol restare prigionieri di logiche corporative o di posizioni estreme e ideologiche. Cancellare l’autostrada del mare o sottoporla a organizzazione e orari che ne compromettono la competitività, non offrire alternative viarie, impedire per tutto il traghettamento l’accesso dei tir alla città e quindi l’impossibilità tra le 7 e le 21 di trasportare, caricare e scaricare merci nel territorio comunale senza che esistano apposite aree di stoccaggio e un’adeguata organizzazione logistica e dimensione d’impresa capace di sopportare questi costi, determina un aumento dei costi produttivi nella nostra città (ma anche di tutte le merci che vengono e partono dalla Sicilia) e la rende un territorio da scartare dal punto di vista di nuovi insediamenti produttivi e dove fanno fatica a resistere quelli esistenti. Si tratta di una pretesa irragionevole che ostacola le attività esistenti e lo sviluppo produttivo senza offrire alcuna alternativa all’assenza di qualsiasi attività. Adesso siamo ad un bivio: o l’Amministrazione continua nell’errore, ingaggiando un contenzioso irragionevole contro i tir e gli operatori navali, oppure, finalmente, promuove una vertenza, insieme alle parti sociali e alle forze produttive, per il completamento del porto di Tremestieri, l’adeguamento della via Don Blasco e la realizzazione di tutte quelle opere che servono a liberare Messina dalla servitù dell’attraversamento, senza la pretesa di eliminare i tir o i vettori navali. Indossando, questa volta, la fascia tricolore per incalzare le Istituzioni regionali e nazionali inadempienti”.

Sulla nuova ordinanza che vieta il passaggio dei Tir interviene anche Alessandro Tinaglia di Reset! che, in un comunicato, scrive: "Abbiamo ascoltato, con grande amarezza, durante la conferenza stampa di ieri, 24 luglio, il sindaco dire candidamente: '...per rimettere in sesto l'ordinanza dovevamo dimostrare le ragioni d'urgenza..'. Eppure noi di Reset! lo avevamo abbondantemente anticipato nel comunicato del 10 Luglio 2014 e nonostante non fossimo più "alleati" avevamo anche dato la nostra disponibilità ad “aiutare” l'amministrazione già prima che venisse emanata l'ordinanza da parte dell'ing. Pizzino. Abbiamo ribadito, tale disponibilità, ancora oggi direttamente al Sindaco. Purtroppo anche la nuova ordinanza, a nostro modo di vedere, sarà impugnata da armatori ed autotrasportatori per un vizio di forma, poiché non si tratta di una delibera ma di una determina così come giustamente rilevato dal Dott. Vernaci di CittadinazAttiva, e perché i presupposti di urgenza ed indifferibilità, che devono obbligatoriamente stare alla base del provvedimento, non sono stati dimostrati in modo esaustivo dal Segretario/Direttore Le Donne. Si vedano in tal senso T.A.R. Sicilia Catania Sez. III 22 dicembre 2010 n. 4827 e la sentenza della sesta Sezione del Consiglio di Stato cui fa riferimento il seguente link. Il punto, che non è evidentemente chiaro, è che l’unico modo per dimostrare proprio urgenza ed indifferibilità è emanare un’ordinanza, stavolta Sindacale e non un provvedimento dirigenziale, che vieti il transito di tutti i tir in Città dirottando tutto il traffico pesante a Tremestieri a partire dal 5 agosto, data confermata durante il Consiglio Comunale dai vertici dell’Autorità Portuale, di riapertura della seconda invasatura di Tremestieri. Unica deroga immaginabile, per l’impossibilità delle navi Cartour di attraccare a Tremestieri, è il transito dalle 23 alle 6 del mattino per i mezzi pesanti che sbarcano al Norimberga. Altro tema che ci appare trascurato, forse per l’improvvisazione che ha caratterizzato la gestione anche di questa delicata vicenda, è quello delle sanzioni. Se si continua, infatti, ad applicare una sanzione ridicola come quella sino ad oggi prevista non applicandone una adeguata continueremo a vedere i tir girare in città, come accaduto in questi giorni nonostante i “gesti simbolici” del primo cittadino. Altra modifica che andrebbe inserita nella nuova e definitiva Ordinanza Sindacale è il compito, da affidare alla Polizia Municipale, di controllare i mezzi pesanti all’uscita dalla Cartour in modo da poterli “stoccare” e sanzionare già al Molo Norimberga imponendo, inoltre, ai trasgressori il divieto di transito in città fino all’orario consentito. In conclusione, ci “permettiamo” di consegnare un ulteriore elemento di riflessione all’amministrazione della partecipazione e della condivisione dal basso. Se l’assessore Cacciola avesse dimostrato meno presunzione ed arroganza e avesse provato anche solo a confrontarsi ed a rispondere alle nostre domande in Consiglio Comunale, quando sollevavamo i dubbi che poi si sono rivelati “profetici”, probabilmente oggi la Città non sarebbe costretta a correre ai ripari".

Intanto, come avviene sempre in questi casi, Messina è spaccata in due, da un lato ci sono gli accorintiani ad oltranza che difendono il sindaco a spada tratta; dall'altro i suoi detrattori che ne chiedono le dimissioni e lo accusano di esibizionismo. Jiddu Krishnamurti diceva che "la più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare". Forse dovremmo cominciare a non fermarci alle apparenze e andare oltre!






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