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GIOVANNI RENZO E LA SUA INFANZIA IN B/N TRA CINEMA MUTO E TASTI DI PIANO

Dal 24 al 30 novembre al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, "Settimana del Cinema Muto" con proiezioni di film d'epoca e laboratorio sulla sonorizzazione del cinema muto.



Prodotto dal Teatro di Messina in collaborazione con il Gran Festival del Cinema Muto di Milano e la Cineteca di Bologna un evento davvero imperdibile, che coniuga grande cinema e musica dal vivo, proposto dal Maestro Giovanni Renzo, Direttore Artistico del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. 

Nella Sala Sinopoli del Teatro, il 26 e 27 novembre verrà proiettato “La guerra e il sogno di Momi”, un mediometraggio muto italiano del 1917 che è stato uno dei primi film italiani ad utilizzare tecniche d'animazione con degli effetti speciali curati dal regista aragonese Segundo de Chomòn e sceneggiato da Giovanni Pastrone che, con lo pseudonimo di Piero Fosco, ha diretto nel 1916 la diva del cinema muto Pina Menichelli nel film "Il fuoco". Le musiche sono composte ed eseguite da Michele Catania con i Solisti del Teatro Vittorio Emanuele.


Sullo schermo del Teatro Vittorio Emanuele, dal 29 al 30 novembre, saranno proiettati tre capolavori del cinema muto interpretati, diretti e prodotti dall'attore Charlie Chaplin, il mitico Charlot: “Il vagabondo” (1916); “Charlot Pompiere" (1916) e "L'emigrante" (1917). Un omaggio all'omino con bastone e bombetta che apparve al cinema per la prima volta nel 1914 e che compie quest'anno 100 anni. La proiezione dei tre cortometraggi sarà accompagnata dall’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, diretta dal Maestro Alessandro Calcagnile, Direttore Artistico del Gran Festival del Cinema Muto di Milano e specialista nel settore della sonorizzazione per orchestra del cinema muto, che eseguirà musiche dal vivo composte dalla pianista Rossella Spinosa


Nell'ambito della "Settimana del Cinema Muto", si terrà nella Sala Sinopoli un laboratorio dedicato alle tecniche di sonorizzazione del cinema muto, curato dal Direttore Artistico Giovanni Renzo, che è iniziato stamattina  e proseguirà il 25 e 26 novembre dalle ore 10 alle 13. Il programma prevede, oltre a cenni storici sulla musica nel cinema muto, anche la visione de “I primi films dei Fratelli Lumiere” di Georges Méliès e “Il gabinetto del Dottor Caligari” di Robert Wiene e l'analisi audiovisiva e delle partiture di “Musica classica” di Edgar Kennedy con Stan Laurel e Oliver Hardy, ovvero  Stanlio e Ollio, la coppia comica del cinema muto. Il laboratorio prevede, inoltre, la realizzazione step by step della sonorizzazione e della musica di un film muto e la composizione di una colonna sonora.

Alla fine del laboratorio verrà assegnato ai partecipanti il compito di sonorizzare un cortometraggio muto a scelta tra "I primi films dei fratelli Lumière", "Le mélomane" e "L'éclipse du soleil en pleine lune" di Georges Méliès. Una commissione di esperti del settore premierà una sonorizzazione che verrà eseguita dal vivo in occasione della serata finale del festival e in occasione del Gran Festival del Cinema Muto di Milano 2015

Oggi, lunedì 24 novembre, nella Sala Sinopoli ha avuto luogo il primo incontro, dalle 15 alle 17, con Alessia Cervini, docente presso il DAMS di Messina su “In principio era il muto. Piccole note intorno alla nascita del cinema.”. Domani, martedì 25 novembre, allo stesso orario, l'incontro con la pianista e compositrice Rossella Spinosa su  “La composizione di musica per il cinema muto” e, infine, dalle 15 alle 17 di mercoledì 26 novembre, ci sarà l'incontro con il Maestro Alessandro Calcagnile su “L’orchestra e il cinema muto”

"La mia infanzia è in bianco e nero. - spiega Giovanni Renzo nelle sue note di presentazione - Così io la ricordo, forse perché le mie foto di allora sono tutte in bianco e nero. O forse perché in bianco e nero erano i film che mi piaceva vedere. Le comiche di Stanlio ed Ollio, Charlie Chaplin, Totò e Peppino, visti in un cinema d’oratorio o in quelle ingombranti, pesantissime e misteriose scatole che erano le televisioni di allora. E poi le commedie di Frank Capra, l’imbranato Monsieur Hulot e il “vitellone” Alberto Sordi. Ma alcune immagini sono rimaste impresse nella memoria, sequenze che proprio grazie al bianco e nero acquistavano una drammaticità sconvolgente che mi impauriva ed affascinava al tempo stesso. La scena del sogno in “Io ti salverò” di Hitchcock. Le sequenze finali di “Quarto potere” di Orson Wells. Una donna velata che vaga per le sale di un museo con un candelabro in mano nel “Belfagor” televisivo. La figura nera di un uomo su un tetto sghembo che porta in braccio una donna rapita ne “Il gabinetto del Dottor Caligari”.

Sequenze che guardavo socchiudendo gli occhi di tanto in tanto, - continua Renzi - quando la paura stava per prendere il sopravvento, pronto a serrarli se ce ne fosse stato bisogno. Film di cui non ricordavo la trama, fin quando li ho rivisti; nella mia memoria restavano solo quelle immagini interrotte dal buio degli occhi chiusi. Ma c’è un’altra visione in bianco e nero che ha sempre accompagnato la mia vita, dall’infanzia fino ad oggi, ed anche in futuro, certamente. I tasti bianchi e neri del pianoforte, il nero lucido dello strumento che amo. Se dovessi dire qual è l’immagine che più spesso ho visto nella mia vita, non avrei nessun dubbio: la tastiera del pianoforte. Lunghe ore di studio, prove e concerti,  alternando lo sguardo tra il bianco e nero degli spartiti e quello dei tasti. 

Una realtà fittizia, quella del bianco e nero cinematografico. Il mondo è a colori. Quindi quel bianco e nero rappresenta una finta realtà. Ma il bianco e nero del mio pianoforte è reale, è ciò che vedo tutti i giorni, rappresenta il mio mondo. Addizioni e sottrazioni. Luce e buio. Il bianco è la luce riflessa dalla somma di tutti i colori. Il nero è l’assorbimento, il buco dentro il quale precipitano tutti i colori. Un film, una scena, immagini, movimenti che ricreano una visione del mondo in bianco e nero, irreale, che si fonde con la realtà del mio bianco e nero, quello da cui fluisce la colonna sonora che accompagna la mia vita. Ancora oggi, - conclude il Maestro Giovanni Renzi - per poter guardare certe immagini, e non solo al cinema, devo, come da bambino, socchiudere gli occhi, nascondendo, per pudore, la paura e così riuscire ad andare fino in fondo".

Di seguito un video tratto dallo spettacolo "Musica in bianco e nero" di Giovanni Renzo, una sequenza di film del cinema muto con accompagnamento pianistico dal vivo.


Antonella Di Pietro





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