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LUCIA ANNIBALI A MESSINA PER PRESENTARE IL SUO LIBRO "IO CI SONO. LA MIA STORIA DI NON AMORE"

Da lunedì 26 a mercoledì 28 gennaio, a Messina, tre giorni di dibattiti e riflessioni con Lucia Annibali e Giusi Fasano. Martedì conferenza alla Corte D’Appello di Messina. Incontri anche a Patti, S. Teresa di Riva e Milazzo.



Lucia Annibali e Giusi Fasano saranno a Messina per tre giorni di incontri, dibattiti e riflessioni da lunedì 26 a mercoledì 28 gennaio. In particolare, martedì 27 gennaio parteciperanno nell’Aula Magna della Corte d’Appello di Messina (ore 15-18) alla manifestazione organizzata dalla sezione messinese dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati (Aiga), dall’Ordine degli Avvocati di Messina, da Fidapa Messina e dal Feltrinelli Point Messina. 

I saluti iniziali saranno della presidente dell’Aiga Messina, l’avvocato Frida Simona Giuffrida. Al suo fianco il Presidente dell’Ordine, Francesco Celona. Farà da moderatore la presidente di Fidapa Messina, Susy Pergolizzi. La partecipazione darà diritto a n. 3 crediti in materia deontologica. Prenotazioni e info: segreteria@aigamessina.it.

Aperto alla cittadinanza anche l’appuntamento di mercoledì 28 gennaio a Milazzo. Il Soroptmist Club, i Lions Club, il Leo Club, il Rotary Club, la Fidapa di Milazzo e Barcellona P.G. incontrano Lucia Annibali e Giusi Fasano, autrici di “Io ci sono” (Rizzoli), alle ore 17 nell’Aula Magna dell’Itet Leonardo da Vinci. Nell’incontro, che ha il patrocinio del Comune di Milazzo e al quale la cittadinanza è invitata a intervenire, la presentazione sarà a cura della prof.ssa Maria Concetta Sclafani.

Numerosi gli incontri riservati agli studenti. Lucia Annibali e Giusi Fasano saranno lunedì 26 gennaio alle ore 10 all’Istituto Borghese Faranda di Patti; alle ore 18 sempre di lunedì 26 dialogheranno al Feltrinelli Point Messina con gli studenti del Liceo Archimede e dell’Istituto Don Bosco; martedì 27 gennaio alle ore 10 nella Sala Monsignor Fasola a Messina incontreranno i giovani dell’Istituto Minutoli; mercoledì 28 gennaio, alle ore 9:30 saranno nell’Auditorium Ancelle Riparatrici di S. Teresa Riva per l’incontro con gli studenti dell’IIS Caminiti Trimarchi Liceo Classico, incontro che si terrà nell’ambito del progetto “Leggiamo gli autori contemporanei”.


16 aprile 2013, una sera qualunque a Pesaro, Lucia Annibali, 35 anni, avvocato, torna a casa dopo essere stata in piscina. Ad attenderla, dentro il suo appartamento, trova un uomo incappucciato che le tira in faccia dell’acido sfigurandola. Le ustioni, devastanti, corrodono anche il dorso della sua mano destra. Quella stessa notte viene arrestato come mandante dell’aggressione Luca Varani, avvocato, che con Lucia aveva avuto una tormentata relazione troncata da lei nell’agosto del 2012 e che, secondo la magistratura, aveva assoldato per l’agguato due sicari albanesi, pure loro poi arrestati. 

«I giorni di un ustionato in ospedale sono visite e poi altre visite e altre ancora. Sono montagne da scalare a ogni medicazione, sono sonni agitati e dolore fisico difficile da spiegare con le sole parole. Ci vorrebbero le immagini della pelle che cambia colore, che muore e si stacca, che finisce in bocca con il suo sapore amaro, che brucia come il sale su una ferita. Ci vorrebbe una parola da inventare per rendere l’idea di mille spilli che trafiggono la faccia e tante piccole chele che la stringono fino a farla sanguinare».

Come avviene in molti, troppi episodi di violenza contro le donne, anche in questo caso è stato l’abbandono a innescare la miccia del risentimento. Lo schema è purtroppo “classico”: il possesso scambiato per amore, la rabbia che diventa ferocia, fino all’essenza della crudeltà: l’acido in faccia. 

«Adesso rileggendo nella mia mente tutto assieme, questo racconto, risento addosso quel senso orribile di insicurezza che non mi faceva vivere. Ci metto qualche secondo a tornare al presente e decifrare il luogo in cui mi trovo: ‘’È tutto finito, Luci. Sei in ospedale al sicuro, sono solo ricordi’’».

Da allora, Lucia Annibali ha subito nove interventi ma ha trovato la forza di reagire e di raccontare la sua esperienza tragica in un libro scritto a quattro mani con la giornalista Giusi Fasano, "Io ci sono. La mia storia di non amore" (Rizzoli).  Testimonianza autentica e toccante di un grave fenomeno del nostro tempo, quello del femminicidio "Io ci sono" è un libro importantissimo. Per uomini e donne consapevoli che l’amore sia “solo quello buono” ma anche per tutte le Lucie ancora prigioniere di un non amore. Ma, soprattutto, vuole mostrare a tutte le donne che, persino dalla più devastante delle violenze, ci si può riprendere, addirittura crescendo nella consapevolezza personale e continuando a credere nei propri valori e a coltivare le proprie passioni. 




In questo libro Lucia ripercorre la sua storia con Luca, dal corteggiamento al processo «Il tempo con lui è stato una bestia che digrignava i denti e io mi lasciavo sbranare »; passa in rassegna i momenti dell’emozione e quelli della sofferenza; racconta l’acido che scioglieva il suo viso «Un minuto dopo la belva era ammaestrata» e poi i mesi bui e dolorosissimi, segnati anche dal rischio di rimanere cieca. Per la sua tenacia, la sua determinazione e il coraggio di mostrarsi, oggi Lucia è diventata un’icona, punto di riferimento per tutte le altre donne «Io non mi arrendo, e questa ferita diventerà la mia forza». Quella forza che vuole trasmettere a tutte quelle donne che vivono una storia di non amore. 



Antonella Di Pietro


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