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TRA SCILLA E CARIDDI OMAGGIO A "HORCYNUS ORCA" DI STEFANO D'ARRIGO 40 ANNI DOPO

«Nella città dell'Orca (1975-2015) - Viaggio tra le pagine e i luoghi del romanzo di Stefano D’Arrigo "Horcynus Orca" a quarant’anni dalla pubblicazione». 



«Il sole tramontò quattro volte sul suo viaggio e alla fine del quarto giorno, che era il quattro di ottobre del millenovecentoquarantatre, il marinaio, nocchiero semplice della fu regia Marina ‘Ndrja Cambrìa arrivò al paese delle Femmine, sui mari dello Scill’e Cariddi.»
(Incipit di "Horcynus Orca")

Nell'opera "Horcynus Orca" di Stefano D'Arrigo (Alì Terme, 15 ottobre 1919 - Roma, 2 maggio 1992), che rappresenta uno dei grandi esempi di postmoderno italiano, si narrano le vicende di ’Ndrja Cambrìa, marinaio della fu Regia Marina che ritorna, dopo il Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943, in Sicilia, nel suo paese natio che si trova sulle rive dello Stretto di Messina: Cariddi. Ma prima di arrivarci attraverserà una serie di peripezie e incontrerà varie figure tra cui le Femminote, donne che contrabbandano il sale e che cercheranno di sedurlo. Una di loro, Ciccina Circè, lo aiuterà a passare lo Stretto a bordo di una imbarcazione chiedendogli, in cambio, di possederla sulla spiaggia. Una volta giunto a Cariddi, ’Ndrja si aggira nel suo paese e va a trovare il padre Caitanello che, dapprima, non lo riconosce e solo grazie ai ricordi rievocati dal marinaio, rivedrà in lui il proprio figlio. Il ritorno del protagonista coincide con quello dell'Orca che terrorizza pescatori e pesci ma che, per alcuni paesani, rappresenta un presagio positivo. Mentre, il ritorno del marinaio pare interessare solo a Marosa Orioles, probabile sua futura "zita" (fidanzata). Ma una mattina, lo Stretto si colora di rosso sangue, quello dell'Orca attaccata dalle fere che gli spezzano la coda uccidendola. L'indomani, l'8 ottobre del 1943, ’Ndrja si reca a Messina dal Maltese che gli offre mille lire per insegnare a remare. Aiutato da Masino, ’Ndrja rema fino a sera e, complice l'oscurità, non si accorge di essersi avvicinato ad una portaerei. La sentinella spara un colpo d'avvertimento, ma il proiettile lo colpisce in mezzo agli occhi uccidendolo all'istante. Finisce così l'esistenza di ’Ndrja Cambria, morto il giorno dopo l'uccisione dell'Orca. Ed il mare si colora di nuovo di rosso.

«La lancia saliva verso lo Scill'e Cariddi, fra i sospiri rotti e il dolidoli degli sbarbatelli, come in un mare di lagrime fatto e disfatto a ogni colpo di remo, dentro, più dentro dove il mare è mare.»

Giuseppe Pontiggia, nella sua introduzione all'opera dello scrittore, poeta e critico d'arte Stefano D'Arrigo, la descrive come "un mitico e epico poema della metamorfosi. La concezione del mondo come metamorfosi affonda le sue radici nella religiosità mediterranea... Per questo D'Arrigo ha potuto creare un epos moderno, riprendendo, come Joyce nell'Ulisse, un tema mitico: perché in un'età in cui il mito dominante è quello di dissolvere i miti arcaici, solo la tragedia incommensurabile della loro perdita può essere il tema della tragedia."

"Horcynus Orca", infatti, affronta il mito del nostos, l'uomo itinerante alla ricerca di se' attraverso il viaggio che troviamo anche nell'Odissea di Omero con l'eroe errante Ulisse. Molte le affinità, se da un lato troviamo le Sirene, la Maga Circe e lo Stretto di Gibilterra, dall'altro ci sono le Femminote, Ciccina Circè e lo Stretto di Messina. In comune la Sicilia, terra dei Ciclopi e meta di ’Ndrja. Un romanzo che impegnò D'Arrigo, per oltre vent'anni, a partire dal 1950, e sul quale lavorò intensamente e in totale solitudine, compromettendo anche la sua salute. Inizialmente titolato "I giorni della fera", il volume di 1257 pagine verrà pubblicato nel 1975 con il nome che conosciamo.


"Il giorno dell'Orca" inizierà alle ore 10 di giovedì 23 aprile, Giornata Mondiale del Libro, nell'Aula Magna del Dipartimento di Scienze Cognitive della Formazione e degli Studi Culturali dell'Università di Messina, con "Nel ventre dell’Orca, quarant’anni dopo", un seminario di studi sull’opera "Horcynus Orca" di Stefano D’Arrigo, condotto da Dario Tomasello (Università di Messina), con relatori: Andrea Cedola (Università di Cassino) su “I giochi dell’orca. Fere, muccusi e sirene nel romanzo di D’Arrigo”; Fernando Gioviale su “L’immagine dentro la parola: verso cima delle nobildonne”; Siriana Sgavicchia (Università per stranieri di Perugia) su “L’epica moderna di Horcynus Orca. D’Arrigo e Joyce”; Marco Trainito (Università di Messina) su “Osservazioni linguistico concettuali sulla prima connotazione dell’animale nel passaggio da I fatti della fera a Horcynus Orca”. Parteciperanno Claudio Collovà e Monia Alfieri. Segreteria organizzativa: Katia Trifirò. Quasi in contemporanea, dalle 11 alle 13, partirà "In classe con l'Orca", una maratona di lettura di pagine del romanzo che si terrà in alcuni Istituti scolastici di Messina: Maurolico, Seguenza, Ainis, Basile, La Farina e Antonello. E nei Licei Vittorio Emanuele a Patti e Caminiti a Giardini Naxos.

Presso il Parco Horcynus Orca di Capo Peloro, con un convegno ispirato alla celebre citazione “Dentro, più dentro dove il mare è mare” (dalle 16 alle 18) si concluderà "Il giorno dell'Orca" per dare spazio (dalle 19 alle 23) a "La notte dell'Orca", che vedrà impegnati, in momenti di lettura dell’opera di D'Arrigo, attori dell'Actorgym, della Nuova Compagnia dei Giovani e del Teatro dei Naviganti, presso il Forte San Salvatore, nella Zona Falcata, raggiungibile con bus navetta gratuito da Piazza Cavallotti, dalle ore 19 fino alle ore 21 di giovedì 23 aprile. Nella stessa sera, allo stesso orario, sull'altra sponda dello Stretto, le letture tratte dal romanzo “Horcynus Horca” si terranno nel Foyer del Teatro Politeama Siracusa di Reggio Calabria, a cura del laboratorio di Teatro Civile Mana Chuma. Dopo la proiezione di una video intervista realizzata da Sergio Palumbo a Stefano D'Arrigo, la serata al Forte San Salvatore si chiuderà con "I suoni dell'Orca" che vedrà l'esibizione degli artisti Luciano Troja, al piano e Giancarlo Mazzù, alla chitarra. 

La manifestazione "Nella città dell'Orca (1975-2015)" è stata anticipata, giovedì 16 aprile, da "Aspettando l'Orca" con il primo laboratorio teatrale, a cura di Claudio Collovà, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina che sarà replicato mercoledì 22 aprile. Il secondo laboratorio teatrale si tiene da oggi, 21 aprile, fino al 5 maggio, alla Scuola Vann'Antò, dagli alunni delle quarte e quinte classi coordinati da Monia Alfieri.

L'iniziativa rientra nell'ambito del progetto “Le Scalinate dell’Arte”, finanziato dal Por - Fer Sicilia “007/2013 Asse III, ideato da Giovanni Lucentini, e prevede una serie di eventi culturali e laboratori artistici, al fine di promuovere l'arte declinata in tutte le sue espressioni. Partners dell’evento: Fondazione Horcynus Orca, Dipartimento di Scienze Cognitive della Formazione e degli Studi Culturali dell'Università di Messina, EAR Teatro Vittorio Emanuele di Messina, Rete Latitudini, D’aRteventi, ActorGym, Nuova Compagnia dei Giovani, Teatro dei Naviganti, Libreria Doralice, Editore Mesogea, Naxoslegge. Quest'ultima proseguirà nel suo omaggio a Stefano D’Arrigo, nell’ambito del "Maggio dei Libri" ed in occasione degli appuntamenti settembrini del Festival, coinvolgendo anche il Comune di Alì Terme.



Antonella Di Pietro


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