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DALLE BARACCHE DI MESSINA AI LAGER NAZISTI

Venerdì 13 novembre, alle ore 17:30, al Marina del Nettuno Yachting Club di Messina, la presentazione del libro di Cesare Giorgianni "Baracche e schiavitù nell'Europa del XX secolo" edito da Armando Siciliano. Interverrano: Ivo Blandina, Adele Fortino, Giuseppe Restifo, l’Autore e l’Editore.



Un momento particolare della vita di Alfredo Giorgianni, padre dell'autore Cesare Giorgianni, redattore del quotidiano La Sicilia. Il romanzo si snoda partendo dalla descrizione degli anni della gioventù del protagonista vissuta a Messina (scorcio familiare ricco di documentazione fotografica per non disperdere la memoria storica), quindi l'"esilio" a Pantelleria perché famiglia "comunista" e la chiamata al servizio militare sul fronte serbo-croato per fronteggiare i partigiani. Poi l'Armistizio, la cattura da parte dei tedeschi e la deportazione in due differenti campi di concentramento (stalag) militari in Germania (Neubrandenburg e Crivitz). A lavorare, come schiavi. Per l'affitto degli "Imi" (così venivano indicati i prigionieri di guerra internati italiani), infatti, veniva versata una cifra ai responsabili del lager, alle Ss e quindi al Terzo Reich. Infine una riflessione e appunti su Auschwitz con foto scattate da Cesare Giorgianni.


«“La guerra” del protagonista inizia il 9 gennaio del 1941, a Trieste, tra la malinconia del passato e l’ansia del futuro. E si dipana tra Croazia e Slovenia, tra imboscate e momenti di abbandono amoroso, tra prigionia e tetri soprusi, tra deportazioni e fame nera, il tutto alleggerito da una sottile dose di ironia. La fame è descritta con accenti crudi tipici di chi l’ha vissuta e patita, una condizione esistenziale che ti fa perdere la dignità, che ti costringe all’umiliazione e persino a tradire sentimenti di amicizia» (dalla Prefazione di Adele Fortino).

«… Alfredo Giorgianni e i suoi compagni sperimentarono non solo la vita grama, la quasi non-vita dei lager, ma anche l’inattesa modalità del lavoro militarizzato, del lavoro servile organizzato e teso al profitto assoluto dei padroni del campo di concentramento. Ironia della sorte “storica”: proprio la regione in cui finì Alfredo, insieme ai suoi co-sventurati, la Pomerania, aveva conosciuto nei secoli del medioevo la schiavitù, una sorta di servitù della gleba alla maniera russa, ma con una particolarità. La fioritura del lavoro servile nelle regioni orientali della Germania era stata voluta fortemente dagli Ordini cavallereschi, che si battevano in nome della Cristianità contro gli slavi ortodossi. Ma questo era il velo ideologico» (dalla Post fazione di Giuseppe Restifo).

Cesare Giorgianni, 58 anni, messinese, è Giornalista Professionista dal 1991 (Pubblicista dal 1985). Lavora alla Redazione Centrale de La Sicilia di Catania (Settore Cronaca) e ha collaborato con Antenna Sicilia – Teletna. Ha seguito per diversi anni sport, cronaca politica, nera e giudiziaria (per il giornale e la televisione) nella Redazione della Città dello Stretto. Ha redatto servizi speciali (carta stampata e tv) in occasione delle visite di Giovanni Paolo II (1988) e Raissa Gorbaciova (1989). Inviato in Scandinavia (1990), ha trasmesso servizi da Copenaghen, Göteborg, Jonkoping, Stoccolma, Helsinki. Nel 2011 e nel 2012 ha realizzato reportages turistico-culturali sulle Isole Svalbard – Spitsbergen (Norvegia), Ebridi e Orcadi (Scozia). Ha diretto il settimanale Il Soldo di Messina (1987-88).




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