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UN SOGNO FRANCESE FATTO IN SICILIA. VIII LEONARDO SCIASCIA COLLOQUIUM

“La menzogna è più forte della verità. Più forte della vita. Sta alle radici dell'essere, frondeggia al di là della vita”. L'oscuro stormire degli alberi lungo la strada di San Martino si propagò alle più oscure fronde della menzogna. “Le radici, le fronde!”: con disgusto spesso si sorprendeva a pensare per immagini. “Il bambino mente come respira: e noi gli crediamo. E così crediamo al selvaggio: sulla parola dei padri gesuiti, tutto sommato. E crediamo che la verità era prima della storia, e che la storia è menzogna. Invece è la storia che riscatta l'uomo dalla menzogna, lo porta alla verità: gli individui, i popoli…”. Leonardo Sciascia, Il Consiglio d'Egitto


Dal 2010 gli Amici di Leonardo Sciascia programmano periodici incontri di approfondimento, i Colloquia, alternando, anno dopo anno, l'analisi di un tema con quella di una delle opere dello scrittore. L’appuntamento 2017 s’incentra su uno dei libri più famosi di Leonardo Sciascia, Il Consiglio d'Egitto, uscito nel 1963 da Einaudi, nella collana «I Coralli». A gennaio 2016, nella città di Firenze che ospita oggi l’iniziativa, gli Amici di Sciascia lanciarono il progetto «Leonardo Sciascia e la Francia» affidandolo alla guida esperta di una grande comparatista, Maria Teresa Giaveri.

Con questo convegno, giungiamo alla prima pietra miliare della ricerca, grazie alla collaborazione con studiosi di università italiane e francesi, nell'ambito di un'indagine molto vasta che - rispetto al romanzo oggetto del Colloquium- coinvolge i testimoni della presenza di Sciascia a Parigi, al pari di chi ne curò le traduzioni e di chi fu spesso destinatario di interessanti scambi epistolari. Ne Il Consiglio d'Egitto sono presenti tra gli altri i temi di maggior rilievo della storia della civiltà occidentale: l'affermazione del diritto, la libertà, l’impostura, la tortura, la pena di morte. Molteplici glispunti e la consonanza con le iniziative del Comune di Firenze e della Regione Toscana che, a fine novembre di ogni anno, celebra l’abolizione della pena di morte nel Granducato, proprio in singolare concomitanza con la ricorrenza della morte dello scrittore siciliano (20 novembre 1989). Una ricerca che abbia al centro il rapporto dello scrittore siciliano con la Francia dei Lumi, la sua concezione dello Stato, dei diritti umani e della democrazia rende inoltre necessario il contributo di studiosi di varie discipline: politologi, filosofi, letterati e comparatisti. La testimonianza di figure istituzionali, oltre a permettere un approfondimento tematico, diventa cruciale per conferire la giusta enfasi allo spessore dell’impegno civile di Leonardo Sciascia, tra parresìa e eresia.

Dal 24 novembre alle 12:00 al 25 novembre alle 18:00. Evento organizzato da Associazione Amici di Leonardo Sciascia nella Sala Conferenze di Palazzo Neroni a Firenze. Apre i lavori il prof. Giuseppe Campione con una Lectio Magistralis su "Leonardo Sciascia, tra lucciole e paradossi".
Ingresso libero previa registrazione a colloquia@amicisciascia.it

Copertina
Abdallah Mohamed ben Olman, ambasciatore del Marocco, si trova a Palermo nel dicembre 1782, per via di una tempesta che ha fatto naufragare la sua nave sulle coste siciliane. È questo il caso che fa nascere, nella mente dell’abate Vella, maltese, e incaricato di mostrare all’ambasciatore le bellezze di Palermo, un disegno audacissimo: far passare il manoscritto arabo di una qualsiasi vita del profeta, conservato nell’isola, per uno sconvolgente testo politico, Il Consiglio d’Egitto, che permetterebbe l’abolizione di tutti i privilegi feudali e potrebbe perciò valere da scintilla per un complotto rivoluzionario. Così «dall’ansia di perdere certe gioie appena gustate, dall’innata avarizia, dall’oscuro disprezzo per i propri simili, prontamente cogliendo l’occasione che la sorte gli offriva, con grave ma lucido azzardo, Giuseppe Vella si fece protagonista della grande impostura». Pubblicato per la prima volta nel 1963, Il Consiglio d’Egitto è in certo modo l’archetipo, e il più celebrato, fra i romanzi-apologhi di Sciascia, dove lo sfondo storico della vicenda si anima fino a diventare una scena allegorica, che in questo caso accenna alla storia tutta della Sicilia.



Antonella Di Pietro


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