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FIORI DI JACARANDA. READING ALESSANDRO QUASIMODO


Il cielo è cosparso di piume di nuvole. Dietro una di esse fa capolino un obliquo raggio di sole e poco più in là il tuffo nel mare di un glorioso arcobaleno. Laura immagina di dipingerne i colori su una pagina bianca. Non sa definire la tonalità dello sfondo. È tra l’azzurro e il violetto come la chioma di un gigantesco albero di jacaranda. Da tempo ha lasciato la giovinezza, non la primavera. Avverte da dentro una voce e sul volto un sorriso.

E’ con una vera “chicca” di particolare spessore culturale e raffinatezza stilistica che il Caffè Letterario di Spazio al Sud - il cartellone di eventi organizzato dall’associazione “Arte&Cultura a Taormina” presieduta da MariaTeresa Papale – chiude il programma del 2017, dando appuntamento ai tanti aficionados all’anno nuovo. 

Lunedì 11 dicembre, alle ore 17:30, nella suggestiva Chiesa del Carmine, la giornalista Milena Privitera presenterà, infatti, “Fiori di Jacaranda”, per i tipi della Città del Sole, di Marisa Sturiale D’Agostino: ospite d’onore il noto attore, ma anche regista, commediografo e poeta, Alessandro Quasimodo, figlio del premio Nobel Salvatore, che ne leggerà alcuni dei passaggi più suggestivi. 

Incoraggiata dai brillanti riscontri di pubblico e di critica di “Pupa di Pezza” (2008) – recentemente oggetto anche di una interessante tesi di laurea all’Università di Catania - e “Cerchi d’acqua” (2010), la scrittrice di Roccalumera, docente di fisica ed appassionata cultrice delle belle lettere, vincendo la naturale ritrosia che la contraddistingue anche nel privato, si è decisa a tirar fuori dal cassetto dove era parcheggiato da un po’ di anni un romanzo intimistico ma, allo stesso tempo, dal respiro corale. Consegnando ai lettori, in uno scorrere fluido di pagine ed un accattivante dipanarsi di eventi - dove la forma è quella della prosa in una lingua italiana minuziosamente colta nelle sue ricche sfumature e la sostanza è pura poesia - la storia di Laura. 

Copertina
Laura ha un cuore che custodisce ferite mai cicatrizzate. Aveva speso molta energia nel ridefinire la propria vita sulle assenze e ad un certo punto della sua esistenza si scoprì un mucchio di cenci ad elemosinare col pensiero briciole di luce. Prende così la decisione di trasferirsi per un periodo in una casa di riposo e la narrazione diventa corale, la solitudine di Laura diventa quella di tutti gli ospiti e il dolore di ognuno viene condiviso attraverso una tacita corrispondenza. Persone dimenticate, visionari incompresi, artisti solitari si incontrano in uno spazio in cui esiste un filo sottile tra la vita che può essere morte e la morte che può ancora donare la vita, perché a volte solo la poesia sa dare un senso alle vite ingarbugliate degli uomini cogliendo la fragilità e la nudità del loro essere. "Fiori di Jacaranda" è un viaggio dentro se stessi per ritrovare la serenità della solitudine e abituare al silenzio che ci insegna a partecipare empaticamente agli stati d'animo di chi ci sta intorno ma che, a volte, può essere così assordante da costringerci ad ascoltare i nostri pensieri.

Una donna dalla intensa sensibilità che ha sin qui attraversato le varie stagioni della vita in punta di piedi e che, facendo della riservatezza e del riserbo dei sentimenti uno stile di vita, come moglie innamorata e devota ha sempre preferito l’ombra del back-stage ai riflettori della ribalta che avvolgevano Ugo, il carismatico marito. Laura. Una donna in là con gli anni oramai vedova, madre di figli lontani per oceaniche distanze o per superficiali egoismi, tragicamente non più nonna, che, “speso molta energia nel ridefinire la propria vita sulle assenze”, profondamente segnata dalle intemperie della vita, giuntane al tramonto, decide di trasferirsi temporaneamente in una accogliente casa di riposo, dove estranee camere con terrazzini condivisi, ricchi dell’inebriante profumo del basilico, e Jacarande dalle vistose fioriture blu-violetto sono silenziosi testimoni dell’intrecciarsi delle storie di vita dei vari ospiti. 

Locandina
Licia, Giannina, i coniugi Rando, Raya, Marilù sulla sedia a rotelle, i suoi “fidi cavalieri”, Vincenzo e Tano, e tutti gli altri personaggi che popolano Villa Mon Repos divengono agli occhi di Laura altrettante “isole” di solitudini tristemente subite unite in una sorta di arcipelago, dove grandi dolori e piccole conquiste vengono compresi e condivisi attraverso una tacita corrispondenza. Ma ogni cosa ha il suo tempo ed ogni esperienza il suo scopo. Anche il re-incontrare, dopo tantissimi anni dal periodo universitario, Paolo. Che l’ha sempre silenziosamente amata di una sorta di “amor cortese” affidato per anni, timidamente quanto caparbiamente, alla tastiera che, snocciolando lettere e parole le ha trasformate in poesia. Poesia della Vita. Quella Vita che Laura, tornata a casa con una consapevolezza diversa, ha per la prima volta tra le proprie mani e che le consente, guardandosi allo specchio, di non vedere più riflesso il viso di Laura etichettato “moglie di”, ”madre di”, ma finalmente solo quello di “io, Laura!”. E di considerare la solitudine “orgogliosa compagna della sua vita quotidiana”. Insomma: un libro da leggere, ma, soprattutto, da ri-leggere per assaporarne i tanti rimandi e la forte intensità spirituale.

L’associazione “Arte&Cultura a Taormina” è sponsorizzata dall’Associazione Albergatori di Taormina e patrocinata da partners di rilievo quali l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali ed Identità Siciliana, il Comune di Taormina, Taormina Arte Sicilia, Club per Unesco di Taormina, Valli d’Alcantara e d’Agrò, Gais Hotels Group e l’associazione culturale calabrese “Piazza Dalì”.



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